Chissà quanto sarà stato frustrante registrare delle
composizioni qualitativamente eccelse e poi raccogliere poco più che
briciole... Potrebbero sintetizzarsi con queste parole le
vicissitudini che si legano al trascorso artistico degli statunitensi
Dreamstreet, poco più che una leggenda metropolitana fino all'uscita
di questo disco “fantasma”, rimasto per anni a prendere polvere
nei sottoscala di qualche cantina ammuffita, fino a quando la sempre
vigile Retrospect Records, non ha deciso di pubblicarlo qualche anno
addietro.
Formati attorno ad un manipolo di ottimi musicisti attivi
nell'area di Cleveland, i chitarristi Ron Redfield e Tony Artino, ed
il batterista Nick LePar, questi ultimi finiranno entrambi nei
Defcon, l'idea di base del progetto Dreamstreet era quello di trovare
uno sbocco discografico che riuscisse ad unire la passione per la
musica suonata, e la possibilità di garantirsi una certa “solidità”
remunerativa, a tal uopo, per dare un taglio professionale al proprio
operato, la band decide di affidarsi al produttore/ingegnere del
suono Kevin Valentine, batterista attivo in passato come membro di
Godz, Donnie Iris, Shadow King, Neverland e The Innocent.
sabato 2 aprile 2016
David Carl Band - Can't Slow Down
Enfant prodige della scena musicale di Chicago, ha soli nove anni
quando, come batterista, parte con la band del padre per un festival
bluegrass, David Carl si innamora ben presto della chitarra, e dopo
un periodo intenso di rodaggio, a sedici anni è uno dei musicisti
più richiesti della sua zona, grazie soprattutto all'energia
positiva che riesce a ricreare con la sua band dal vivo.
Ed è proprio ad uno di questi concerti che viene notato dal talent scout, nonché produttore di fama internazionale Frank Pappalarado, già al lavoro dietro la consolle di nomi altisonanti come Yes, Styx, Bon Jovi, Foreigner, Keally Keagy solo per nominarne alcuni, il quale audiziona la band per alcuni provini nel suo Legacy studios, frequentato all'epoca, in maniera assidua, dal tastierista Jim Patrick (Survivor, Pride of Lion).
Anche mr”Eye of the tiger” rimane positivamente impressionato dall'estro e dalla spontaneità del ragazzo, suona la chitarra in maniera egregia e canta divinamente, tanto che, dopo le prime prove, i due incominciano a scrivere del materiale per la registrazione di quello che sarà il disco di debutto della band.
Ed è proprio ad uno di questi concerti che viene notato dal talent scout, nonché produttore di fama internazionale Frank Pappalarado, già al lavoro dietro la consolle di nomi altisonanti come Yes, Styx, Bon Jovi, Foreigner, Keally Keagy solo per nominarne alcuni, il quale audiziona la band per alcuni provini nel suo Legacy studios, frequentato all'epoca, in maniera assidua, dal tastierista Jim Patrick (Survivor, Pride of Lion).
Anche mr”Eye of the tiger” rimane positivamente impressionato dall'estro e dalla spontaneità del ragazzo, suona la chitarra in maniera egregia e canta divinamente, tanto che, dopo le prime prove, i due incominciano a scrivere del materiale per la registrazione di quello che sarà il disco di debutto della band.
giovedì 31 marzo 2016
Vinnie Kay - Where do we go from here
Nonostante qualcuno la possa pensare diversamente, anche gli anni nonvanta ci hanno lasciato delle perle nascoste del genere melodico, sicuramente non dei capolavori eccelsi, ma una serie di album che, ne siamo sicuri, potrebbero farvi rivivere nuove ed antiche emozioni.
Produttore, compositore, arrangiatore, l'olandese Vinnie Kay, oltre a condividere più volte il palco con i vari Zinatra, Valentine, 1st Avenue, è il classico musicista polivalente che riesce a cavarsela discretamente bene con diversi strumenti, soprattutto quando imbraccia la sei corde, ed è proprio grazie a questa sua innata abilità di fine cesellatore di splendide armonie, che il qui recensito
Produttore, compositore, arrangiatore, l'olandese Vinnie Kay, oltre a condividere più volte il palco con i vari Zinatra, Valentine, 1st Avenue, è il classico musicista polivalente che riesce a cavarsela discretamente bene con diversi strumenti, soprattutto quando imbraccia la sei corde, ed è proprio grazie a questa sua innata abilità di fine cesellatore di splendide armonie, che il qui recensito
Iscriviti a:
Post (Atom)